Nella Provenza del XIX secolo, le generazioni di artisti provenienti dalle accademie locali – create nella seconda metà del XVIII secolo – formavano una scuola quasi autosufficiente con, il più delle volte, uno spirito lontano dalle preoccupazioni per il fallimento o il successo parigino.
La loro intenzione di esaltare il terroir coincide in modo particolare con il rinascimento letterario provenzale. Un parallelo che la storia ha trascurato ma che si fonda sulla naturale comunione suscitata dalla pratica della lingua e della cultura da parte di tutti questi artisti e poeti. Un'origine comune che emerge contemporaneamente dalla produzione letteraria di un MISTRAL o di un ROUMANILLE e dalla produzione pittorica di un LOUBON o di un GUIGOU.
Lontani dalle furie e dai tumulti di Parigi, questi artisti avranno “l'errore, secondo André Gouirand, di vivere, lavorare e morire in Provenza, nel loro paese natale”.
Un torto in parte benefico, poiché condiziona il rinnovamento artistico della Provenza, rende inesistenti o di scarso interesse le manifestazioni dell'accademismo regionale o locale, e protegge gli artisti dall'importazione e dal pastiche di influenze diverse, come ad esempio quella dell’Impressionismo, in questo caso una formula concettuale che rimarrà prettamente “nordica” nella mente dei provenzali. Parigi ripagherà questa volontaria indifferenza ignorando tutto ciò che potrebbe accadere sotto le cime della foresta di Fontainebleau. D'altronde, dalla parte degli impressionisti, fatta eccezione per la conoscenza delle opere di GUIGOU e MONTICELLI e la partecipazione attiva di BAZILLE alle riunioni del gruppo di studio di Gleyre dal 1862 fino alla sua morte nel 1870, nessun provenzale, compreso CEZANNE, che non sappia essere considerato a lungo un impressionista, non è da classificare tra gli ispiratori più che tra i seguaci di questo movimento. Ma come non vedere nella produzione di alcuni provenzali attivi tra il 1800 e il 1860 gli esordi dei movimenti innovativi della seconda parte di questo stesso secolo?
Gli stessi che annunceranno, più nello specifico, la nascita della scuola di paesaggio provenzale.
FRANCO BAILLE
PRESIDENTE DELLA CASA D'ASTE DI MONTE-CARLO
I PRECURSORI
Émile Loubon (1809-1863)
È il Maestro che più fortemente e direttamente influenzò questa scuola naturalista provenzale così attiva tra il 1850 e il 1914. Allievo di COSTANTINO alla Scuola di Disegno di Aix,
ebbe il privilegio, insieme al suo amico Gustave de Beaulieu, di accompagnare Marius Granet in Italia, l'anno in cui compì vent'anni, nel 1829, e di rimanervi fino al 1831.
Poi a Parigi, sempre con l'amichevole sollecitudine di Granet, allora conservatore al Museo del Louvre dal 1826 e poi a Versailles, si unì al gruppo di paesaggisti amanti delle passeggiate nella foresta di Fontainebleau, dove dipinse, come DIAZ, ROUSSEAU, DUPRE, TROYON. Seguì gli esempi del faro dell'epoca DECAMPS e di ROQUEPLAN, provenzale come lui, suo maggiore, di cui diceva di essere allievo. Nel 1845, nominato direttore della Scuola di disegno di Marsiglia, fece del suo laboratorio il punto di partenza di una delle correnti più forti della scuola provenzale. Centro di fermento intellettuale, il laboratorio attira scrittori e pittori regionali e tutti i grandi artisti di passaggio a Marsiglia non mancano di fermarsi lì.
Accanto a una produzione piuttosto religiosa, l'arte di LOUBON è interamente devota all'espressione della sua terra natale, ripercorrendo molto spesso la vita pastorale dell'entroterra della Provenza: un gregge la cui presenza serve solo a magnificare l'ambiente. Aneddoti e, più raramente, Storia, talvolta confluiscono nella produzione di questa indiscussa guida che lascia dietro di sé anche un'importante opera incisa.
Paolo Guigou (1834-1871)
Con l'istinto scrupoloso del commesso di un notaio, Paul GUIGOU si è fatto il narratore degli aridi paesaggi dell'alta campagna provenzale. I consigli di LOUBON, dal quale distaccò presto la propria visione, la rivelazione dei grandi artisti del suo tempo, accanto ai quali espose per la prima volta a Marsiglia nel 1859, l'incoraggiamento amichevole di MONTICELLI, suo compagno di escursioni sulle rive del il Durance, consoliderà una padronanza presto affermata della sua arte.
Ripetuti soggiorni a Parigi o a Moret-sur-Loing lo fecero conoscere al pubblico della capitale, tanto che nel novembre 1871 divenne insegnante di disegno presso la baronessa de Rothschild. Purtroppo morì all'età di 36 anni, nel dicembre dello stesso anno. L'artista, dal canto suo, “aveva dato tutto”, secondo le parole del suo biografo André Gouirand e negli ultimi anni la sua produzione appare più libera e foriera di tendenze innovative.
Felix Ziem (1821-1911)
Dal 1850, questo impiegato architetto, che partecipò alla costruzione dell'acquedotto di Roquefavour vicino ad Aix-en-Provence, lasciò Marsiglia per Nizza. Percorre le strade, da
Dall'Olanda all'Italia, passando per Russia e Inghilterra. Fu a Venezia, poi a Costantinopoli, sulle rive del Bosforo che trovò la fonte dell'ispirazione della sua vita: una grande produzione eseguita a memoria (da innumerevoli schizzi di viaggio) o dalla vista dei canali di Martigues, la “Venezia dei Provence”, dove aveva allestito il suo laboratorio, in una lussuosa moschea vicino allo stagno di Caronte. Un “impressionista provenzale” dalla tavolozza raggiante di esuberanza.
Adolfo Monticelli (1824-1886)
Dopo aver seguito i corsi di AUBERT all'École des Beaux-Arts di Marsiglia, lavora a Parigi dove scopre l'arte di Corot e Watteau. È uno studente diligente, rispettoso del disegno. Partendo dal trattare il ritratto un po' come RICARD, evolve verso l'espressione di un'opera chimerica in cui la donna interpreta i ruoli principali. Genio del colore, come i veneziani che venera, i suoi effetti materici sono vigorosi. In meno di un'ora realizza una tela senza difficoltà, tanto che la sua produzione è abbondante. Dobbiamo aggiungere la confusione nata dall'impatto straordinario che ebbe sulle nuove generazioni di pittori. Molti, infatti, hanno copiato il Maestro, arrivando addirittura a falsificare la sua firma, senza tralasciare l'adorazione quasi mistica che il grande Vincent VAN GOGH nutriva per lui.
Alfredo Casile (1858-1909)
È stato considerato fin dalla sua morte, allo stesso modo dei grandi dalla cui influenza è stato influenzato. Nel 1880 entra nel laboratorio GUILEMET. L'attrazione di questo Maestro, così come quella di BOUDIN e SISLEY, sarà così determinante che per tutta la sua vita d'artista non riuscirà a distaccarsi dalle visioni grigie e umide che fanno di lui, nella sua terra provenzale, un originale artista in mezzo a tutti questi luministi.
Augusto Chabaud (1882-1955)
Nato a Nîmes, è da Mas Martin, vicino a Maillane, nel cuore del paese sacro caro a Mistral, che percorre la montagna e immagina queste composizioni massicce e primitive, con i loro riflessi oscuri. Appassionato di colori grezzi durante il suo soggiorno a Parigi nel 1906/1907, fece parte fin dall'inizio del movimento “Fauve”. Le opere di questo periodo sono rare.