Bronzo con patina verde
H_ ca. 10,0 cm
Arte romana, XNUMX° - XNUMX° secolo
Il lotto è composto da 6 diversi strumenti chirurgici.
Questi sono tutti caratterizzati dalla stessa ansa cilindrica terminante in basso con un piccolo elemento
ovoidale; verso l'estremità superiore il diametro diminuisce con l'alternarsi di piccoli elementi arrotondati a scopo decorativo e per migliorare il comportamento dello strumento.
- Una piccola spatola rettangolare e una triangolare, utilizzate per versare o preparare medicine
- Una pinzetta con estremità flessibili per afferrare corpi estranei nelle ferite o nei farmaci
- Un gancio affilato e affilato per estrarre organi o parti molli difficili da raggiungere con strumenti più grandi
- Un bisturi con lama curva e allungata utile per eseguire incisioni
- Una spatola dentata con manico ricurvo utile per la preparazione dei medicinali.
Su ogni strumento, piccole tracce di stoffa.
Prima della conquista della Grecia, la medicina e la chirurgia erano praticate in Italia a un livello basso (ad eccezione dell'odontoiatria, praticata dagli Etruschi). Celso, nel suo famoso De re medica, cita e descrive gli strumenti chirurgici che raccomanda di essere utilizzati nelle diverse procedure.
La quantità di strumenti chirurgici rinvenuti a Pompei testimonia una pratica chirurgica ormai diffusa in epoca imperiale.
Molti strumenti erano realizzati per fusione in bronzo o lega (vedi reperti della Casa del Chirurgo, Pompei, Regio VI, ins. 1, 9.10.22).
L'attrezzatura di base di un medico comprende una custodia cilindrica in cui sono conservati questi strumenti (sonde, spatole, pinzette, bisturi).
Confronti:
CIARALLO, A., DE CARLOIS, E., Homo Faber. Natura, scienza e tecnologia nell'antica Roma, Catalogo della mostra, Napoli, Museo Archeologico, 1999, p. 226-228.
STRUMENTO CHIRURGICO ROMANO IN BRONZO, I-III SECOLO D.C
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